From 24 March to 1 April 2022, on the occasion of the Italian Design Day, the exhibition “Italia, ricicliAMO. Design and circular economy” was held. The Italian Embassy in Tokyo, in collaboration with architect Matteo Belfiore, has set up a space dedicated to circular design materials and products made by Italian companies in the headquarters of the Italian Cultural Institute.
Furnishing items, everyday objects, textiles and construction products: these were the protagonists of the exhibition, all rigorously born from a recovery process. They were agricultural, industrial or post-consumer waste that thanks to research and technological innovation have become productive resources for a Made in Italy virtuous circular design.
Come coniugare design e sostenibilità?
Un design circolare è un design sostenibile che va al di là dei materiali utilizzati per creare il prodotto considerando anche tutto ciò che ci sta intorno: dai processi produttivi a quelli di smaltimento, dedicando la massima attenzione ad aspetti quali l’impatto sull’ambiente e sulle realtà produttive locali.
È questo ciò che si è voluto trasmettere attraverso l’esposizione ed è di questo che si è parlato durante il panel sullo stato dell’economia circolare in Italia. Grazie ai racconti di architetti ed esperti italiani e giapponesi, sono state indagate le possibilità di recupero nei settori più vari: dall’automotive all’urbanistica passando per la moda e arrivando all’assenza di materia, sostituita completamente dalla creatività grafica.
Per l’allestimento stesso della mostra, i principi guida sono stati proprio sostenibilità e circolarità: espositori costruiti con doghe di parquet riciclato, pannelli realizzati con legno e tessuto riciclabile in fibra di vetro, didascalie incise a laser su cartone riciclato.
Ogni dettaglio è stato pensato per dare un chiaro e univoco messaggio: un design sostenibile è possibile.
Quando non solo il design è circolare…
Tre anni prima di questa rassegna, sempre in aprile e proprio in Giappone, una ragazza di nome Giulia esplorava la cultura nipponica fino a formulare il pensiero decisivo che la spinse all’azione: “Perché no?” si chiese, ed è così che nacque la sua start up sostenibile, con lo scopo di dare una soluzione concreta al problema degli scarti tessili.
La ragazza era la nostra founder Giulia De Rossi e la start up è ovviamente Nazena, che in giapponese significa proprio “Perché no?”.
Tornare laddove tutto ha avuto inizio per raccontare la nostra storia attraverso i nostri prodotti è una soddisfazione che non si può descrivere ma che forse si può immaginare. Non solo quell’idea ha preso piede ed è divenuta realtà, ma è tornata nel luogo che l’ha ispirata per dare a sua volta ispirazione. E poi non si dica che non siamo abbastanza circolari 😉
Passeggiatina virtuale tra le installazioni?
Sfoglia il catalogo qui: https://www.matteobelfiore.com/idd2022-catalog/